Qui si parla della morte dell’architetto, per colpa di una  committenza  disabituata al bello e incline al dozzinale, e si parla della Cina.

Un tizio,  Daniel Ballen, uno che si gongola su “quel sito”, un tipo che ha acquistato un loft di  1.300 piedi quadrati nel centro di Manhattan, uno che     ci coinvolge nel suo “È stato fantastico, ho ricevuto 25 progetti per soli 500 dollari.” 

Un vero sfigato,  uno che non ha nemmeno  un profilo su FB, sicuramente non ha  un parente architetto,  un vero pezzente (nel senso dispregiativo del termine,  ovviamente), perdonateci  del volgare insulto,  ma come si può definire uno che spende milioni di dollari per un loft a Manhattan , e poi si piange addosso qualche migliaio di dollari  per un  Cool-hunter. 

Ma è davvero la  morte dell’architettura con Cocontest? Assolutamente no, Cocontest non potrebbe essere peggio di Groupon.

Cocontest, non è un’idea nuova,  un’idea mutuata   da una miriade di siti “contest” di  design o di loghi  , ormai in voga da un decennio tra i grafici di mezzo mondo, che sono di una noia mortale e molto omologati al ribasso.

Ritornando alla domanda sulla morte, dell’architettura..forse si o forse no, probabilmente  morirà prima la Start-Up, come è morta Casa Viva che offriva a 50.000 lire il progetto di un appartamento.

In ogni caso non auguriamo la morte di nessuno, ma forti dell’esperienza decennale tra questi contest, possiamo dire che diventerà il santuario dei copia e incolla.

Per adesso l’idea ha una decina di bug e una Vision un po’ cosi, e sopratutto i progetti,  sinceramente sono molto brutti,  già  contiene tra i partecipanti i germi della noia, quindi meglio affidarsi ai consulenti gratuiti dell’IKEA  o ad un “interior designer offline”, che produce decine di progetti e lo paghi  raramente.

Interessante invece è il dibattito che si aperto con l’ interrogazione parlamentare, tra i sorridenti  innovatori  e i reazionari che evocano nuove forme di schiavitù .

Un dibattito sull’architetto 2.0, sulle   nuove forme di rapporto committenza-architetto,  sull’utilizzo della rete, sulle nuove forme di marketing, sulla tariffa libera, sul futuro dell’architettura,  sul  sentirsi  innovatori, di essere 2.0.

Cocontest lo consigliamo  vivamente per i neo-architetti,  per farsi le ossa, per entrare  subito nel “progetto”,  come una sorta di  palestra, progettuale,  senza nessuna   responsabilità nei confronti della committenza, vero che il Daniel Ballen vi prenderà  per il sedere, ma  nemmeno vi potrà contestare alcunché  se avete fatto qualche cavolata, come spesso succede, per chi sta alle prime armi.

Sinceramente non è questa è la start up, che ridurrà in schiavitù il popolo degli architetti , ma di quel geniaccio che metterà su un’altra start-up per monopolizzare il montepremi di Cocontest o altre  situazioni simili,  colui che recluterà economicamente,  uno squadrone  di giovani neolaureati di architettura, ma anche no,  magari, se è proprio un genio, eviterà  di farli perdere tempo con i  render, tanto ci sono i siti dei giovani architetti indiani o cinesi, davvero molto bravi, dove saccheggiare i loro portfolio.

Purtroppo non ci sarà nessun genio italico a mettere su quell’altra start-up,    il contest verrà vinto dalle società di  Architectural Rendering Services indiane o cinesi, e forse abbiamo già il vincitore,  la cinese  The Great Wall , dove anche il nome è tutto un programma.

Benvenuti nel 3.0.

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