Nota della Redazione: da fonte ignota ci arriva questa presunta lettera di Vladimir (Putin?) agli Italiani. Alcuni aspetti del testo lascerebbero supporre che si tatti di un falso: per esempio gli accenni alle donne delle Repubbliche baltiche. Tuttavia altri aspetti non sembrano campati per aria. La rimettiamo al giudizio del lettore: potrebbe benissimo trattarsi di una burla. Ma in questo caso sarebbe una tragi-burla, una specie di tragicommedia in sedicesimo. Sempre disponibili a correggerla o sopprimerla qualora il diretto interessato volesse meglio specificare.

Cari amici italiani! Mi rivolgo a voi come ad amici perché so che, per quanto il vostro Governo segua in modo ligio gli ordini che vengono da Washington e sono trasmessi dalla NATO, la maggioranza di voi è contraria a sottomettersi alla volontà di oltre oceano. L’Italia ha già dovuto sottostare ai diktàt di Washington durante tutto il lungo periodo della Guerra Fredda e ora giustamente desidera affrancasene e ottenere quell’indipendenza alla quale tutti i popoli aspirano.

Vi scrivo col cuore in mano: desidero favorire questa vostra giusta ambizione. Dirò di più: in questo voi Italiani e noi Russi abbiamo esattamente gli stessi desideri.

Per questo è tempo che, al di là delle prese di posizione ufficiali alle quali la vostra appartenenza atlantica vi costringe, nel vostro Paese maturi una visione più autentica, più logica, più vera: che vada verso la condizione di una vera indipendenza. La vostra antica e grande tradizione ve lo consente. Bisogna che la facciate rivivere.

È proprio quello che anche noi in Russia stiamo cercando di fare: riprendere la nostra antica tradizione ch’è stata interrotta dai rivolgimenti degli ultimi decenni. Riprendere il filo della storia per farne maturare le logiche e giuste conseguenze. Questo è lo scopo della Russia di oggi. E a voi mi rivolgo perché sono convinto che anche voi nutriate un desiderio identico. Desidero lavorare con voi per renderlo concreto.

Per ottenere un mondo diverso da quello bipolare che abbiamo conosciuto nel corso del XX secolo, diverso da quello diviso tra liberismo da un lato e socialismo dall’altro. Un mondo dove ogni popolo sia libero di essere se stesso, con la ricchezza della propria storia, della propria cultura, delle proprie tradizioni. Un mondo multipolare quindi, non più bipolare o monocratico com’è stato da quando, caduto il Comunismo, gli Stati Uniti si sono illusi di essere diventati gli incontrastati padroni di tutti i popoli.

Italiani! Voi sapete che da tanti mesi la Russia ha deciso di compiere un enorme sacrificio, e si è lanciata nell’operazione speciale anti-nazista per liberare i fratelli ucraini dal cancro della degenerazione liberista nella quale sono caduti. Non per colpa loro, ma perché corrotti dal regime statunitense, un regime militarista che desidera dominare nel mondo e sottomettere chiunque con la forza del dollaro e, se non riesce in questo modo, con la forza delle armi delle quali gli USA sono il più grande produttore ed esportatore al mondo. Il più grande promotore di guerre che mai si sia visto sulla faccia della terra nel corso di tutta la sua storia.

Questa operazione speciale costa molti sacrifici. Abbiamo perso qualche soldato, abbiamo dovuto investire di più per la produzione di armamenti, abbiamo avuto alcuni conti bancari esteri congelati, abbiamo viste ridotte le esportazioni di tanti prodotti che sappiamo benissimo essere importanti per la vostra economia, a cominciare dal nostro gas e dal nostro petrolio.

Chi ha deciso le sanzioni contro di noi, a Washington, non soffre alcuna conseguenza: le soffrite voi Italiani e i popoli di altri Paesi europei. Pensavano di far soffrire anche noi, ma non è stato così: la Russia è forte, siamo il Paese più grande del mondo e abbiamo amici in tutto il mondo. Soffrite voi, che siete sottoposti a Governi che si ostinano a piegarsi alle volontà di Washington.

Mentre qui da noi l’operazione speciale in Ucraina sta ottenendo i suoi scopi, che sono innanzitutto di promuovere un nuovo ordine mondiale multipolare. La Cina si è avvicinata a noi Russi e si sta allontanando sempre più dagli USA, che una volta erano il suo partner privilegiato. L’Arabia Saudita fa lo stesso. Molti Paesi africani stanno seguendo lo stesso cammino. L’Iran, la Siria, la Libia e la stessa Turchia si sono avvicinati a noi come mai era avvenuto in passato, neppure all’epoca del regime sovietico che pure lottava per la liberazione dei popoli dall’imperialismo americano e aiutava in questo tutte le nazioni.

Noi Russi non ci siamo mai tirati indietro: anche se dobbiamo sottoporci a incredibili sacrifici, siamo sempre disposti a farlo: per la giustizia, per l’umanità e il benessere nel mondo. Siamo un popolo generoso e non verremo mai meno alla nostra naturale generosità. Come quando abbiamo mandato i nostri aiuti a voi Italiani, per contribuire a difendervi dal Covid. Come in precedenza mandavamo i nostri aiuti al Partito Comunista Italiano perché arginasse le pretese imperialiste di Washington.

Sì: noi abbiamo voluto dimenticare le vicende del Corpo di Spedizione italiano in Russia, quando Mussolini nel 1941 volle unirsi all’avventura bellica nazista e invadere il nostro territorio. Ce ne siamo dimenticati perché vogliamo esservi amici.

Perché abbiamo un nemico in comune: Washington e il liberismo che viene imposto a tutti i Paesi sottoposti. Con la sua degenerazione morale che corrode i popoli e li svilisce: col femminismo, l’omosessualità, la transessualità e tutte quelle forme degenerative dell’essere umano che invano le istituzioni preposte alla tradizione, a partire dalle Chiese, cercano di difendere.

Per questo mi rivolgo a voi. Oggi voi potete ribellarvi a tutto questo e unirvi a noi nello sforzo generoso che stiamo portando avanti, innanzitutto in Ucraina, ma non solo lì.

Perché i vostri governanti, pur sapendo tutto questo, non si ribellano a loro volta? Perché si ostinano a piegarsi al volere di Washington?

Perché ne hanno una dipendenza economica e militare. Ma ora è tempo che Voi, popolo, vi liberiate da questa dipendenza. La liberazione dell’Ucraina dalle forze nazi-militariste vi darà la possibilità di farlo.

Vi voglio spiegare perché, e come farlo.

È vero: la lotta per liberare i nostri fratelli ucraini dal morbo di Washington richiede più tempo di quel che si pensava sulle prime. Ma noi Russi procediamo senza sosta. Con decisione. Inarrestabili. Abbiamo le risorse economiche e soprattutto morali. Abbiamo la forza della Tradizione della Grande Madre Russia. Le giovani generazioni di Ucraini che siamo già riusciti a liberare, con gioia frequentano le nostre scuole e imparano a conoscere gli errori compiuti dai loro genitori. Si sta preparando l’Ucraina di domani, in cui l’indissolubile legame con noi Russi è riconosciuto: siamo noi Russi i genitori dell’Ucraina ed è naturale che, per quanti dissidi possano sorgere, la famiglia si riunisca. Questo avverrà: che ci vogliano mesi o anni non è importante. Ma avverrà. E in questo modo si dimostrerà che gli Stati Uniti non sono onnipotenti come pensano di essere solo in virtù della loro arroganza che chiamano democrazia.

Democrazia! È democratico un Paese che ha fatto delle diseguaglianze sociali il cardine dell’esistenza? Dove le ricchezze più sfacciate prosperano accanto ai ghetti di emarginazione e miseria, dove non c’è istruzione né assistenza medica se non per i ricchi, e nelle sue zone più povere la speranza di vita è bassissima, tra le più basse al mondo, e il cibo e l’acqua sono contaminati e le persone che vi risiedono godono di libertà solo teoriche, visto che non hanno e mai avranno i soldi necessari per viaggiare?

Gli Stati Uniti sono la culla del peggior razzismo, dell’emarginazione sociale, dello sfruttamento.

Volete che anche l’Italia scenda su quella china? Sono convinto di no.

Per questo credo che voi Italiani sarete disponibili a sostenere la nostra battaglia per la vera libertà, per il vero benessere e per l’eguaglianza tra i popoli. E per un assetto sociale dove la parola democrazia non sia un termine vuoto.

Voi Italiani potete esser i primi tra i popoli dell’Europa occidentale che si uniranno a noi: gli altri seguiranno ma se sarete i primi ne godrete tutti i vantaggi. Del resto non a caso nel vostro Paese c’era il più grande Partito Comunista del mondo occidentale, e non a caso il Fascismo è stato inventato da voi: grazie alla vostra antica tradizione voi sapete in che cosa consista l’autentica democrazia, lontano dalla disgraziata finzione del liberismo!

Devo riconoscere che abbiamo compiuto anche noi i nostri errori: ma nel riconoscerlo ribadisco che siamo impegnati a non ripeterli più. Il primo e più grande errore è stato compiuto da Chruščëv che nel 1954 cedette la Crimea all’Ucraina. È vero che allora la fratellanza tra i nostri due popoli era fuori discussione, ma la Crimea andava mantenuta nella sua naturale collocazione come parte del territorio russo. Quel gesto scellerato è stato conseguenza della politica di decentramento che purtroppo Lenin volle adottare allo scopo di convincere i popoli amici della Russia a unirsi nello sforzo rivoluzionario. Ma una volta portata a compimento la rivoluzione avrebbe dovuto cancellare quei provvedimenti di carattere regionalistico: in essi cova il morbo dell’indipendentismo che sfibra il nerbo dei grandi popoli e minaccia l’unità della Russia. Certo, come ho già ribadito nel mio discorso del 21 febbraio 2023 all’Assemblea Federale Russa (alla vigilia della ricorrenza del primo anno dell’operazione speciale in Ucraina) Stalin nella sua prassi ha reso del tutto vani i provvedimenti regionalistici contenuti nella costituzione sovietica. Ma, evidentemente perché impegnato su tanti altri fronti, non ha badato a tramutare in legge quel suo necessario vigore centralista.

E Chruščëv – ancora lui! – nel 1956 volle denunciare l’opera patriottica compiuta dal compagno Stalin: Stalin aveva depurato il Partito e la Russia dalle influenze straniere e degeneri e invece, dopo le squallide e improvvide denunce di Chruščëv, sul compagno Stalin è stata gettata ogni sorta di infamia: egli è stato reso il capro espiatorio delle difficoltà del Partito e in Russia ha cominciato a farsi strada l’idea che anche noi potessimo mutuare qualcosa dal corrotto occidente.

L’errore commesso da Lenin, di permettere un certo grado di indipendenza alle forze centrifughe, non solo è rimasto, ma è cresciuto ed è divenuto il tarlo che ha corroso l’unità dell’Unione Sovietica nei decenni successivi alla Grande Guerra Patriottica.

Tutto questo ha porto il destro agli elementi fanatici delle Repubbliche baltiche, della Polonia, della Repubblica Democratica Tedesca, dell’Ungheria e in vario modo anche di altri Paesi fratelli, per consumare il loro tradimento. E questo è avvenuto con tutte le sue tragiche conseguenze una volta che Gorbachev ha minato la credibilità del Partito con le sue scellerate riforme. E così tutti gli sforzi e i sacrifici compiuti negli anni dall’URSS, che aveva più volte con amore e altruismo soccorso, aiutato, protetto quei popoli fratelli dalle ingerenze americane e dalle degenerazioni borghesi, sono stati gettati alle ortiche!

Il riformismo! Ecco un altro tarlo tipico della degenerazione borghese che insidia tutti i popoli. Anche voi in Italia lo avete ben conosciuto e ne soffrite le conseguenze. Il riformismo lede le tradizioni e rende fragili le istituzioni.

Ma in Russia ci siamo accorti del problema e stiamo ponendovi rimedio. Abbiamo deciso di tornare sui nostri passi e di riprendere il discorso lasciato interrotto dalla morte di Stalin: la Russia è ritornata a essere forte al proprio interno. Unita nella ferma risoluzione di essere il Paese guida del Nuovo Ordine Mondiale fondato sul rispetto dei popoli e sulla loro sovranità: proprio come Stalin avrebbe voluto.

La liberazione dell’Ucraina dalle degeneri ingerenze straniere è il primo passo che abbiamo mosso per la liberazione di questo popolo fratello. Altri ne muoveremo non appena l’operazione speciale avrà raggiunto i suoi obiettivi.

Il globalismo occidentale è ormai finito e con esso la finzione della democrazia di stampo americano.

Italiani! Unitevi a noi in questa grande visione di un mondo nuovo, dove i popoli saranno veramente liberi di essere se stessi e non assoggettati a Re Dollaro e alle sue molteplici meretrici.

Noi vi daremo tutto ciò di cui avete bisogno: anzitutto quella libertà che sin dal secondo dopoguerra la pseudo democrazia a stelle e strisce vi ha negata. E poi vi daremo prodotti tecnologici industriali d’avanguardia, come solo le più moderne industrie russe sanno sfornare: come avveniva con i Paesi fratelli del tempo della grande URSS, anche voi Italiani potrete dedicarvi alle specialità che sono a voi più consone: è inutile che tutti i Paesi facciano di tutto (industria, agricoltura, ricerca scientifica, apparati militari, ecc.). Ogni Paese deve seguire la propria vocazione storicamente radicata. Voi Italiani siete un popolo di navigatori, di santi, di poeti, di artisti, di agricoltori: è inutile che vi dedichiate ad altro. Al resto ci penseremo noi. Voi vi dedicherete dalle produzioni agricole così pregiate e gustose per le quali siete famosi nel mondo: il Parmigiano, il Barolo, l’olio extravergine… Niente più industrie inquinanti. A quelle penseremo noi. A voi il turismo, gli alberghi, le belle spiagge, qualche museo. In questo siete bravi, non avete bisogno di altro.

Se avrete buoni ricercatori in ambito scientifico o tecnologico verranno a lavorare nei nostri laboratori e nelle nostre università: voi potrete dedicarvi con tranquillità alle vacanze e al turismo. Anche di armi non avrete alcun bisogno, siete giustamente un popolo di pacifisti: avete ragione! La pace è l’essenza del vivere civile. Quando avremo eliminato il malefico influsso americano dall’Europa, la Russia si occuperà di garantire la sua sicurezza e il mantenimento di quella pace nel continente che da secoli agognate. Non avrete più bisogno di armi e di forze armate. Gli elementi più propensi al mestiere delle armi potranno esercitarlo nelle file del nostro apparato di difesa.

L’Italia sarà un Paradiso in terra! Le più belle donne russe vorranno venire a trovarvi e questo sarà una festa per i vostri cittadini. L’Italia è il paese dell’amore no? E allora, dedicatevi a fare l’amore! E lasciate gli altri mestieri a chi meglio li sa svolgere!

Non solo, non appena avremo terminato l’operazione speciale in Ucraina penseremo a come liberare anche i popoli delle Repubbliche baltiche, anch’essi assoggettati al morbo della democrazia occidentale. E non appena avremo liberato anche le Repubbliche baltiche, vedrete quante giovani lituane, estoni e lettoni verrano in Italia! Sono tutte bionde, longilinee e altissime. Per voi sarà una grande festa!

Quando la Russia sarà tornata il fulcro di tutta l’area eurasiatica, l’Italia potrà essere il Paradiso terrestre che ha sempre sognato. E la vostra Chiesa nazionale, quella che chiamate Cattolica, potrà tornare ad avere un ruolo fondamentale per il vostro Paese, come la nostra Chiesa Ortodossa Russa lo ha per il nostro Paese. Una Chiesa devota alle istituzioni nazionali, pronta ad appoggiare i desideri del Governo, capace di riconoscere come i governanti di un Paese veramente democratico com’è la Russia attuale siano veramente scelti da Dio e non dall’uomo! Cuius regio eius religio: il detto su cui si fonda la tradizione autentica dei popoli tornerà ad avere vigore: prima in Russia e poi in tutti gli altri Paesi che libereremo.

Certo, ci vuole pazienza. Ma l’operazione speciale in Ucraina è a buon punto. Nel fuoco dello scontro stiamo temprando gli animi dei giovani della Grande Madre Russia e stiamo sperimentando le nostre armi più avanzate. L’Occidente putrido e corrotto sta gettando nella fornace di quegli scontri tutti gli armamenti che ha prodotto in questi anni: lì saranno pian piano consumati tutti, finché l’Occidente resterà disarmato come un pulcino appena uscito dal guscio.

Allora la Russia trionferà ancora! E l’ignominiosa fine dell’URSS determinata dal volgare tradimento di Gorbachov sarà definitivamente vendicata.

Italiani! Vi vogliamo al nostro fianco per celebrare quella futura vittoria!

Coltivate dunque i tanti Grilli che avete per la testa: ascoltatene la saggia voce. Giustamente non inviate che quattro carcasse inutili ai militari traditori ucraini: ma se proprio qualcuno tra di voi tiene a conoscere direttamente la sfida del campo di battaglia, l’acre odore delle polveri bruciate e lo schianto inarrestabile delle bombe e il ritmico martellare della mitraglia, non ha che da unirsi alle nostre truppe. E se vuol raggranellare qualche soldino in più ci sono i volontari del corpo iperspecializzato Wagner: unitevi a noi, Italiani!

L’Eurasia sarà presto nostra: voi sapete come saltare sul carro del vincitore. Fatelo ora, prima che altri lo facciano bagnandovi il naso.

Ma voi siete furbi: so che anche questo è un vostro sport nazionale. È tempo di esercitarlo. Con la vostra furbizia e al nostro fianco rispolveriamo il detto di un grande vecchio saggio: veniamo da lontano, e andiamo lontano!

Sempre vostro

Vladimir

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