“Je suis Mohamed” : manifestazioni contro Charlie Hebdo

Tensioni nel mondo mussulmano. In tanti sono scesi tra le strade per manifestare il proprio dissenso contro le vignette satiriche che ritraggono il profeta con una lacrima ed un cartello tra le mani. In particolare a molti non è scesa giù l’ultima opera del disegnatore Luz, uscita in prima pagina nel nuovo ed introvabile numero di Charlie Hebdo.

E se l’occidente grida “Je suis Charlie”, l’oriente risponde a gran voce “Je suis Mohammed”.

E se le nostre erano solo voci, quella che si sta scatenando nel mondo dell’islam, anche i quello moderato, è una vera e propria guerra.

Niamey e Zinder, capitale e seconda citta della Nigeria, da giorni, stanno ospitando le manifestazioni più violente. Piazze affollate, 8 chiese evangeliche incendiate, tanti i poliziotti a proteggere la cattedrale cattolica di Naiamey. Tra il fumo, la voce di alcuni mussulmani che cercano di portare la calma : “Non dimenticate che l’Islam è contro la violenza”. Voci. Attività commerciali di francesi distrutte, saccheggiate e bruciate. Come è successo per il bar “Le Toulousain”. Tanti i giovanissimi riunitisi fuori la moschea per incitare all’odio verso Charlie Hebdo e verso la Francia intera : “Distruggeremo tutto. Noi proteggiamo il profeta. Lo difenderemo a costo del nostro sangue”, ha detto un manifestante.

A Zinder, nella manifestazione di venerdì, hanno perso la vita 3 civili ed 1 poliziotto, 45 invece, sono i feriti. Mussulmani, tutti. “Molti manifestati avevano bandiere di Boko Haram”, fa sapere il ministro dell’interno nigeriano. Algeri, Algeria, tra le 2.000 e le 3.000 persone in strada. Una bandiera francese bruciata e degli slogan : “Vogliamo lo stato islamico” ,“Per Dio noi viviamo, moriamo e combattiamo”, un vecchio motto degli anni ’90 del fronte islamico. Per concludere : “Kouachi martire”, riferito ai fratelli protagonisti dell’attentato francese.

A Tunisi (Tunisia) molti hanno abbandonato la moschea poiché non hanno apprezzato le parole dell’Imam che, durante la preghiera, aveva affermato : “Le offese al profeta non possono giustificare l’attentato di Parigi”.

A quanto pare erano in molti, in quella moschea, a pensare che : “Alcuni giornalisti di Charlie Hebdo dovevano essere uccisi”. Giodania, ad Amman, 2.500 manifestanti : “l’offesa al grande profeta favorisce il terrorismo mondiale”. Il centro culturale francese di Gaza ricoperto di scritte infamanti verso i vignettisti del giornale satirico. In Pakistan tanti si erano dati appuntamento fuori al consolato francese, “Parecchi erano armati”, fanno sapere. Instambul, Turchia, un tribunale ha aperto un inchiesta contro un giornale che ha pubblicato le vignette. In Iran, il 19 gennaio ci sarà una grande manifestazione difronte all’ambasciata francese a Teheran. Egitto : “Questa pubblicazione causerà una nuova ondata di odio nella società francese e in quella occidentale, e questo non aiuta la coesistenza e il dialogo culturale, al quale aspirano i mussulmani”. Afghanistan : “condanniamo questo atto ripugnante e inumano. Consideriamo coloro che lo hanno commesso nemici dell’umanità”.

E poi Sudan/GerusalemmeEst/Senegal/Mali/Qatar/Marocco. Un unico grido : “Je ne suis pas Charlie”.  Europa, Francia, Parigi : altre 2 milioni di volte, verrà ristampato il numero di Charlie Hebdo. 5 milioni di volte una copertina con il profeta. 5 milioni di volte “Nous sommes tous Charlie”.

 

 

 

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