L’esperienza di restauro della chiesa di San Giuseppe ad Almenno San Bartolomeo

 

Costruita a inizio ‘700 in un paese che contava 44 abitanti, resta come testimonianze di come anche là dove non v’è ricchezza, la fede e l’impegno sanno realizzare opere significative. La rilevanza dell’Italia per i tanti beni culturali di cui dispone, non deriva tanto o soltanto dalla fama di luoghi d’eccezione quali sono le grandi città d’arte che dall’epoca del Grand Tour si sono imposte all’attenzione del mondo. Ma sta nel fatto che ovunque, nelle campagne e nei borghi, nelle valli e nelle periferie di espansione, si trovino piccoli gioielli, oggetti di rilievo architettonico che esprimono sia una assoluta continuità cronologica – dalla preisotria a oggi – sia una continuità e pervasività geografica – non v’è angolo della Penisola che sia privo di segni di rilievo lasciati dalle generazioni nel corso del tempo. E, come mostra questo restauro compiuto da Marco Agazzi (che presentiamo con la relazione di progetto qui sotto riprodotta), si richiede attenzione e cura, così che queste innumerevoli preziose opere si mantengano  vive nel tempo.
Le prime notizie relative alla chiesa di S. Giuseppe si hanno nel 1712 con la richiesta da parte di Giacomo Gualandris ( abitante della Contrada ) al Vescovo di Bergamo di erigere una chiesetta. La richiesta di costruzione era giustificata dalla necessità di garantire un oratorio comodo per comunicare gli infermi e per consentire ai sani di ascoltare la S. Messa. La contrada Canova in quegli anni contava 44 abitanti. In data 20 settembre 1712 con il decreto del Vicario Generale della diocesi di Bergamo viene data la possibilità al Gualandris di procedere alla realizzazione dell’opera e di dedicare l’oratorio pubblico all’invocazione di S. Giuseppe. Nella visita pastorale compiuta nell’anno 1714 dal cardinale Priuli, vescovo di Bergamo, non si fa menzione della chiesa di San Giuseppe probabilmente perché l’opera non era stata completata. Ma sia nella successiva visita del 1779 ad opera del Cardinale Dolfin sia nella visita del Cardinale Speranza del 1861 si descrive l’oratorio cosi come sino ad oggi si è conservato ( notizie tratte da “Storia Religiosa di Almenno San Bartolomeo dal XVIII° al XX° “ di Ermanno Arrigoni ).

La tela con la morte di S. Giuseppe sopra l’altare è attribuita al XVIII° secolo ; Giuseppe si trova tra Maria e Gesu’ con i santi Francesco e Giovanni Battista mentre in alto la colomba dello Spirito Santo e di Dio Padre completano la Trinità tra i numerosi angeli .

L’edificio è stato oggetto nell’anno 1983 di un intervento per la sistemazione delle coperture in tegole di coppo. Non si hanno notizie sia dell’anno in cui è stata posata la pavimentazione in graniglia sia di altri interventi fatto salva la manutenzione ordinaria dell’edificio.

IL PROGETTO DI INTERVENTO

Con il progetto autorizzato dalla Soprintendenza ai Beni Architettonici e Paesaggistici prot. 120104 del 15 settembre 2011 si sono autorizzati gli scavi per l’eliminazione dei problemi di umidità dovuti alla mancanza di una adeguata presenza di intercapedine di aria che preclude una naturale ventilazione sia della stessa pavimentazione sia dei muri perimetrali che compongono architettonicamente la piccola chiesetta. Era stata approvata la realizzazione di una intercapedine ventilata realizzata con “igluu“ e sovrastante massetto di irrigidimento. Nel progetto si raccomandava il mantenimento della pavimentazione in graniglia esistente previo smontaggio – ripulitura e successiva rimessa in opera. Pertanto si procederà alla porzione di lavori autorizzati per la realizzazione dell’intercapedine areata mentre d’intesa con il funzionario dott. arch. Federica B. Cavalleri si è deciso di non procedere alla posa della irrecuperabile pavimentazione in graniglia (essendo la stessa di scarsissima qualità e di diversa colorazione) sostituendola con una pavimentazione in cotto antico posato in diagonale.

Nel massetto sovrastante gli “igluu” verra’ inoltre posato l’impianto di riscaldamento a pavimento collegato a caldaia posta nella attigua sagrestia. Si è inoltre deciso di procedere al restauro delle superfici perimetrali interne della chiesa di San Giuseppe ed alla successiva colorazione con tinte in accordo con la Soprintendenza ai Beni Architettonici e Paesaggistici. Infine valutate le condizioni dell’acciottolato presente sul sagrato si è deciso di procedere alla sua sostituzione procedendo alla posa di nuovo acciottolato.

Le proposte progettuali di intervento si riassumono quindi nella successiva descrizione :

Interno della chiesa di San Giuseppe

Posa della pavimentazione in cotto antico dimensioni di 20 cm. x 20 cm. ( in sostituzione della pavimentazione in graniglia esistente) posata in diagonale per la superficie della navata mentre per la superficie del presbiterio le dimensioni saranno di 15 cm x 15 cm. .La pavimentazione verrà posata su massetto di sottofondo avente uno spessore di 7 cm con rete elettrosaldata.

Caratteristiche principali della lavorazione della piastrella in cotto sono :

– Realizzata con argilla impastata in acqua e lavorata interamente a mano;

– Lasciata ad indurirsi per diversi giorni ;

–  Voltata ripetutamente per una asciugatura omogenea e successivamente introdotta nel forno per la cottura.

Per le superfici di intonaco, per le pilastrature e per le cornici perimetrali non interessati da fenomeni di umidità ascendente si prevedono i seguenti interventi:

Asportazione della pellicola pittorica mediante operazioni meccaniche controllate (spatole, bisturi) sino all’intonaco di supporto;

Finiture ritenute originali o degne di essere conservate, verranno salvaguardate e restaurate;

In presenza di difetti d’adesione dell’intonaco al supporto murario verranno eseguite iniezioni mirate attraverso piccoli fori e iniettate miscele di calci idrauliche e resine acriliche; Successive operazioni di stuccatura sia delle pareti che delle cornici e ripresa delle porzioni di intonaco rifatto con tecnica e materiali in analogia con l’originale;

I manufatti in pietra verranno puliti mediante idonei sverniciatori e rifiniti dalle tracce di pittura con mezzi meccanici (bisturi).Completata la fase di pulitura, qualora dovessero emergere problemi di conservazione dovuti alla presenza di umidità, si procederà alla bonifica da un’ eventuale presenza di sali mediante impacchi estrattivi a cui verrà fatto seguire il consolidamento con silicato di etile;

Dopo campionatura approfondita, in accordo con il funzionario di zona della Soprintendenza verranno eseguite all’interno, sulle pareti, coloriture a base di calce scelte per coerenza stilistica al fine di valorizzare gli elementi architettonici.

Le decorazioni presenti, se ritenute degne di valore, verranno salvaguardate e restaurate a seconda della natura del supporto.

Per l’intonaco interessato da fenomeni di umidità ascendente si prevedono i seguenti interventi:

– Asportazione delle porzioni di intonaco interessate dall’umidità ascendente.

– Nuova intonacatura rustica antisale per il 1 cm. di spessore e per la zoccolatura in tutto lo spessore di 3 cm.

Verrà applicato un intonaco rustico in malta di calce mediamente idraulica naturale bianca dosata con:

-Calce ( i/60)  idraulica bianca, altamente porosa, conforme alla norma UNI EN 459-1 tipo NHL 3,5Z in ragione di 3Kg/mq/cm.

– Agente chimico RBE – Idrorepellente per malte a base di calce. Emulsione acquosa a base di derivati organici del silicio utilizzabile per l’idrofobizzazione di materiali edili minerali, assorbenti, alcalini con un pH superiore a 9, adatto inoltre come additivo antisale per malte ed intonaci per esterni in ragione di 5 lt/mc.

– Sabbia vagliata e lavata di cava naturale con granulometria 0 – 3 mm. 03. Nuova intonacatura rustica a calce idraulica naturale per il 2° e il 3° cm. Verrà applicato un intonaco rustico in malta di calce mediamente idraulica naturale bianca, dosata con:

– Calce i/60 idraulica naturale bianca, altamente porosa, conforme alla norma UNI EN 459_1 tipo NHL 3,5Z in ragione di 3Kg/mq./cm.

– Sabbia vagliata e lavata di cava naturale con granulometria 0 – 3 mm.

Rasatura in stabilitura a base di calce in analogia all’esistente.

Intervento con malta tipo STACEPRO G – Malta preconfezionata in polvere a base di leganti aerei modificati, inerti silicei selezionati e additivi antiritiro, per finitura di intonaci interni in grado di garantire adesione ai supporti murari e traspirabilita’. Granulometria 0,7 mm. in ragione di 3 Kg./mq.

Colorazione concordata  con la Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici.

 

L’esterno della chiesa di San Giuseppe

L’intervento di restauro dell’intonaco delle facciate ha previsto:

– La rimozione dello strato di finizione attualmente presente mediante operazioni meccaniche controllate;

– La stesura rasante a base calce idraulica/aerea sulla superficie dell’intonaco cementizio con l’obbiettivo di fare da “ponte” alla successiva finitura a calce;

– La rimozione della zoccolatura a crespone in cemento sostituita con idoneo intonaco a base di calce idraulica naturale e con colorazione da concordare con la Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici.

Intervento di restauro dei contorni in pietra arenaria dell’ingresso e delle  finestre laterali realizzati con:

– Pulitura dei manufatti in pietra mediante impacchi con verifica delle eventuali presenze di esfoliazioni e fessurazioni che verranno successivamente consolidate con idonei prodotti;

– In presenza di fenomeni di degrado dovuti all’umidità di risalita (piede delle spalle del portale) e prima del consolidamento verranno eseguiti impacchi estraenti dei sali mediante sepiolite e acqua demineralizzata;

– Sigillatura a scopo idraulico e consolidamento corticale con silicato di etile (dove necessario) prestando attenzione alla scritta presente all’interno del portale tra cappello e architrave .

Rimozione dell’attuale acciottolato presente sul sagrato e posa di nuova pavimentazione in pietra arenaria lavorata a piano di sega con lavorazione rigata posata lungo la facciata principale mentre per la rimanente superficie si prevede la posa di nuovo acciottolato. Una canalina lungo il muro laterale del sagrato provvederà alla captazione ed all’allontanamento delle acque meteoriche di dilavamento.

Realizzazione dell’accesso per il portatore di handicap con l’abbassamento di porzione del cordolo esistente e posa dello scivolo in pietra arenaria con lavorazione rigata .

Eliminazione dello zoccolino perimetrale realizzato in malta di cemento e realizzazione di nuova zoccolatura in malta di calce aerea traspirante .

Formazione di cunicolo areato lungo la facciata principale della chiesa.
Il progetto della luce

La chiesa edificio manifesta un suo modo di rapportarsi alla luce naturale da valutare nel progetto della luce artificiale. Usiamo la luce naturale, ne disponiamo, ma l’artificio attraverso cui la facciamo penetrare dentro la chiesa è assolutamente un fatto artificiale. E’ il progetto della luce. L’ovvietà è che senza luce non c’è architettura perché se percepisco l’architettura lo faccio solo attraverso la luce. Il fenomeno importantissimo per la luce naturale è proprio la variazione che si realizza nel corso delle giornate, degli anni, del tempo e dove una condizione uguale di luce non c’è. La luce è uno spettacolo di enorme importanza che la luce stessa genera dentro le chiese.

Pertanto dopo una attenta valutazione sulla spazialità della chiesa, valutate le aperture poste perimetralmente sull’edificio chiesa si e’ provveduto ad un calcolo del grado di riflessione della volta prevedendo l’utilizzo di lampade led poste sul cornicione perimetrale. Lo sviluppo del progetto dello studio della luce ha consentito di verificare che la naturale curvatura architettonica e strutturale della volta produrrà una sorta di “ bagnatura “ di luce riflessa sia per lo spazio del presbiterio sia per lo spazio della navata. Oltre alla luce riflessa della volta si è comunque deciso di rafforzare l’illuminazione dei poli liturgici dell’altare e dell’ambone con elementi illuminotecnici di dimensioni limitatissime messi in opera con una attenzione ricercata al loro occultamento nelle dimensioni architettoniche del cornicione perimetrale.

 

Arch. Marco Agazzi

 

COME-E

 

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