A cura di Michela Beatrice Ferri

Leonardo di ser Piero da Vinci – Leonardo, uno dei più grandi geni della storia dell’umanità – nasce ad Anchiano, frazione del comune toscano di Vinci, alle pendici sud-occidentali del Monte Albano, il 15 aprile 1452. Muore esattamente cinquecento anni fa – il 02 Maggio 1519 – nel castello di Amboise, situato nell’omonima cittadina nel dipartimento della Indre-et-Loire, dove trascorse gli ultimi anni della sua vita, ospite di Francesco I. Alla sua morte, Leonardo fu sepolto nella chiesa della collegiata di Saint-Florentin. A seguito della Rivoluzione Francese, i presunti resti di Leonardo furono trasferiti nella cappella di Saint-Hubert del castello di Amboise.

Chapelle Saint-Hubert du château d’Ambois – ph. Daria Mykhailyk – Wikimedia

Le mostre e gli eventi per l’anniversario:

1)

Nella chiesa di Saint-Florentine l’associazione di gemellaggio “Amboise-Vinci” organizza una mostra di trenta magnifici dipinti, ispirati al “Codice Atlantico” di Leonardo da Vinci, realizzati dall’artista italiano Corrado Veneziano (nato nel 1958). In ogni quadro è possibile vedere un dettaglio suggestivo che contiene gli schizzi di Leonardo e le sue invenzioni. Mentre l’artista dipinge il cielo, questi diventano oggetti tecnici e allo stesso tempo metafisici: biciclette, macchine per costruire dighe, corde, progetti meccanici ad ala che imitano le tensioni di Mirò, di Chagall, di De Chirico. La mostra, curata da Niccolo Lucarelli e realizzata in collaborazione con l’associazione di gemellaggio “Amboise-Vinci” e la città di Amboise, sarà inaugurata nella collegiata chiesa di San Fiorentino, ad Amboise il 25 maggio e rimarrà aperta fino al 13 giugno.

2)

Oltre a questa mostra, che si svolge in Francia, ricordiamo che sono molte le mostre in Italia che celebrano la figura di Leonardo. Seguiamo le varie tappe della vita del Genio. Ripartiamo, dunque, dalla nascita di Leonardo. Nel borgo che ha dato i natali a Leonardo è da anni allestito il “Museo Leonardiano”: qui a partire dal 15 aprile fino al 15 ottobre sarà possibile visitare la mostra intitolata “Leonardo da Vinci. Alle origini del genio”, co-organizzata con le Gallerie degli Uffizi, incentrata sul legame biografico di Leonardo con la sua città natale e sulle suggestioni che la terra d’origine offrì al suo percorso di artista, di tecnologo, di scienziato.

La casa dov’è nato Leonardo da Vinci (Wikipedia)

In quest’ottica, sono presentati i documenti in prestito dall’Archivio di Stato di Firenze, che ricostruiscono in maniera inequivocabile le primissime vicende della vita di Leonardo a Vinci, e il primo disegno conosciuto da lui realizzato, “Paesaggio 8P” datato 5 agosto 1473, conservato presso il Gabinetto dei Disegni e delle Stampe delle Gallerie degli Uffizi di Firenze. Di grande suggestione all’ interno della sezione biografica, è l’esposizione del registro notarile del bisnonno di Leonardo sul quale, all’ultima pagina, il nonno Antonio da Vinci annotò la nascita, dopo quella dei suoi figli, del primo nipote, Leonardo, insieme alle portate catastali della famiglia da Vinci relative all’infanzia e prima giovinezza dell’artista.

3)

Leonardo a Firenze. Leonardo dedicò uno dei suoi ultimi ricordi scritti, l’anno prima di morire, al serraglio dei leoni che si trovava dietro Palazzo Vecchio. Il foglio dedicato all’animale totemico di Firenze, testimonianza di un ricordo ancora vivissimo, porta la significativa data del 24 giugno 1518 – giorno del patrono cittadino San Giovanni Battista. E proprio nel nome di questo legame, la sua città lo celebra oggi con la mostra «Leonardo da Vinci e Firenze. Fogli scelti dal Codice Atlantico», che presenta, in Palazzo Vecchio – allora come adesso il luogo più rappresentativo della città – dodici carte vergate da Leonardo, dodici fogli provenienti dalla Veneranda Biblioteca Ambrosiana di Milano e proposte in un percorso a cura di Cristina Acidini, dal 29 marzo al 24 giugno 2019. La mostra, promossa dal Comune di Firenze, è organizzata da “Mus.e” grazie al preziosissimo contributo di “Engie”, player mondiale dell’energia e dei servizi, che ha quale obiettivo quello di guidare la transizione a zero emissioni di CO2. Sappiamo che il “Codice Atlantico”, conservato a Milano, è composto da 1119 fogli autografi, contenenti per lo più scritti e disegni di Leonardo.

4)

Leonardo a Milano. Alla Veneranda Biblioteca Ambrosiana. Il tesoro leonardiano si fa digitale. In occasione dei 500 anni dalla scomparsa del genio Vinciano, “The Visual Agency” – società milanese di information design – in collaborazione con la Veneranda Biblioteca Ambrosiana, ha ideato, progettato, e sviluppato un innovativo strumento che permetterà di conoscere e approfondire il “Codice Atlantico”, conservato nella Biblioteca Ambrosiana. Il sito internet – www.codex-atlanticus.it – in italiano e in inglese, è in grado di offrire una visione panoramica e allo stesso tempo di dettaglio dell’evoluzione del pensiero leonardesco negli anni creando un linguaggio analitico e sintetico in grado di far luce sulla complessità di un’opera particolarmente articolata. Grazie ai caratteri di innovazione, rigorosità e accessibilità a tutti, il progetto si adatta perfettamente alla “mission” affidata alla Biblioteca Ambrosiana dal lungimirante Federico Borromeo (1564-1631), il quale si proponeva – ormai più di 4 secoli fa – di unire la più alta qualificazione a livello accademico scientifico con la più alta capacità di divulgazione e condivisione della conoscenza in tutte le sue forme. Grazie al disvelamento dei temi trattati nel “Codice Atlantico”, si arriva ad una comprensione più veritiera di Leonardo e della sua opera, troppo spesso ridotta al rango di “icona” incomprensibile. Gli utenti del sito possono sfogliare – gratuitamente e su qualsiasi dispositivo – il “Codice Atlantico”, partendo da una panoramica generale organizzata per materie trattate e per anno di stesura delle pagine. Selezionando una materia o un argomento, è possibile evidenziare le pagine interessate. Inoltre, è possibile anche organizzare il “Codice Atlantico” secondo l’ordine cronologico in cui è stato redatto, entrando ancora più a contatto con il genio leonardiano. Selezionando una pagina specifica è possibile vedere le immagini di recto e verso del foglio, approfondire gli argomenti trattati e risalire alle pagine simili. Il sito è consultabile, grazie ad un totem, anche nella Sala Federiciana della Biblioteca Ambrosiana, che accoglie a rotazione alcuni dei fogli più significativi del Codice Atlantico.

Autoritratto – Wikipedia

Proprio a Milano il genio Leonardo ha trascorso gli anni più importanti della sua vita. Proprio la sua “Biblioteca Ambrosiana” fondata da Federico Borromeo custodisce il gigantesco “Codice Atlantico”, che rimane la più importante raccolta di scritti e disegni di Leonardo. Dal 18 Dicembre 2018 e fino al 16 giugno 2019 alcuni dei fogli più belli sono esposti nella mostra “I segreti del Codice Atlantico. Leonardo all’Ambrosiana”. Partner ufficiale della Biblioteca Ambrosiana è “Fondazione Fiera Milano”, che collabora attivamente sia al ciclo di iniziative dedicato alle celebrazioni leonardesche, sia alla valorizzazione del “Cartone preparatorio” di Raffaello Sanzio per l’affresco della “Scuola di Atene” in Vaticano. L’anno leonardiano dell’Ambrosiana si è già aperto il 18 dicembre 2018 con una esposizione in due tempi, della durata di tre mesi ciascuno, che presenta nel suo complesso 46 fogli, scelti tra quelli più famosi e importanti del “Codice Atlantico”, il vero “tesoro leonardiano” dell’Ambrosiana, in grado di ripercorrere la carriera dell’artista nella sua quasi totalità, dai giovanili anni fiorentini, fino all’ultimo periodo trascorso in Francia al servizio di Francesco I.

In particolare, la rassegna “I segreti del Codice Atlantico. Leonardo all’Ambrosiana”, curata dal Collegio dei Dottori della Veneranda Biblioteca Ambrosiana, si concentrerà su quei fogli che conservano i disegni più affascinanti che Leonardo ebbe modo di elaborare con la perizia artistica che universalmente gli è riconosciuta. Il “Codice Atlantico” giunse alla Biblioteca Ambrosiana nel 1637 quale dono del conte Galeazzo Arconati, esponente della migliore aristocrazia milanese. Si tratta di una stupefacente raccolta di 1119 fogli autografi di Leonardo da Vinci, per un totale di circa 1750 disegni. L’aggettivo “atlantico” non indica il contenuto del codice, bensì il formato delle grandi pagine (che servivano normalmente per confezionare gli atlanti) su cui erano stati incollati i fogli di Leonardo per meglio conservarli e tutelarli da possibili dispersioni. Il “Codice Atlantico” rimane la collezione leonardiana più importante e completa al mondo; in esso si mescolano tutte le discipline coltivate dal grande genio di Vinci dagli anni giovanili fino a poco prima della morte: l’architettura e l’idraulica, la medicina e l’ottica, la meccanica e l’urbanistica, la geometria e l’astronomia, l’anatomia e le diverse arti figurative. Notevoli sono i progetti di macchine semoventi, di armi sempre più sofisticate, di ingranaggi e di congegni, dei quali Leonardo ha lasciato stupendi disegni che spesso diventano vere e proprie opere d’arte.

La prima parte della mostra – che è stata visibile dal 18 dicembre 2018 al 17 marzo 2019 – si è aperta con i disegni di Leonardo legati in modo specifico alla città di Milano, tra cui spiccano la celebre pianta della città, con la visione del centro di Milano a volo di uccello, lo studio per il naviglio di San Cristoforo, il progetto per il monumento equestre in onore del duca Francesco Sforza e gli studi per il tiburio del Duomo; l’esposizione prosegue con alcuni studi prospettici e progetti di carattere architettonico-militare, oltre ad alcuni fogli che conservano bellissimi disegni di armi belliche (balestre, fionde e mortai), studi per la costruzione di ali meccaniche destinate a rappresentazioni sceniche e il celebre progetto della cosiddetta “automobile di Leonardo”. La seconda parte – visibile dal 19 marzo al 16 giugno 2019 – propone alcuni progetti per macchine belliche, ma si concentrerà in modo particolare sugli studi d’ingegneria civile: congegni idraulici, macchine per corde, per l’attività tessile, per la produzione di strumenti meccanici, punzonatrici e girarrosti automatici. La terza rassegna, intitolata “Leonardo in Francia. Disegni di epoca francese dal “Codice Atlantico”“, dal 18 giugno al 15 settembre 2019, curata da Pietro Marani, approfondirà gli ultimi anni di attività del maestro, attraverso una selezione di 23 fogli dal Codice Atlantico databili al soggiorno francese di Leonardo, presso la corte di Francesco I.

L’anno leonardiano alla Biblioteca Ambrosiana termina con la mostra intitolata “Leonardo e il suo lascito: gli artisti e le tecniche”, curata da Benedetta Spadaccini, in programma dal 17 settembre 2018 al 12 gennaio 2020, dedicata ai disegni realizzati da Leonardo e dagli artisti della sua cerchia. “L’idea di questa mostra – spiega Benedetta Spadaccini – nasce dalla necessità di presentare in modo nuovo, agli studiosi e al grande pubblico, una selezione di disegni realizzati da Leonardo da Vinci e dagli artisti della sua cerchia. Per questa ragione i fogli sono stati scelti ponendo l’accento sulle tecniche esecutive e seguendo due linee di studio, che si integrano perfettamente, per ampliare la ricerca e attrarre l’attenzione del pubblico non specialistico. Il presupposto fondamentale di questa mostra è il ruolo centrale svolto da Leonardo nell’introduzione a Milano di nuove tecniche disegnative, nonché i miglioramenti e le sperimentazioni da lui apportati alle tecniche già note. Tutti aspetti, questi ultimi, largamente indagati e sviluppati da una lunga tradizione di studi”. “La prima linea di studio – prosegue Benedetta Spadaccini – presenta le diverse tecniche esecutive, dalle punte metalliche alle matite e dall’inchiostro ai gessetti colorati, secondo un percorso cronologico e storico-critico che mette in evidenza le singole personalità degli artisti coinvolti. La seconda linea di ricerca si basa sulle indagini diagnostiche non invasive eseguite in situ, che saranno presentate all’interno del percorso espositivo mediante la presenza di supporti quali macrofotografie e video”.

5)

Presso il Castello Sforzesco di Milano la Sala delle Asse aprirà al pubblico dal 16 maggio 2019 e rimarrà aperta fino al 12 Gennaio 2020 per la mostra “Sotto l’ombra del Moro. La Sala delle Asse”, a cura di Francesca Tasso e Michela Palazzo. Rimossi i ponteggi del restauro, la Sala delle Asse di Leonardo ritorna visibile e, grazie a una tribuna, si potrà ammirare da vicino il monocromo e scoprire altre eccezionali tracce di disegno preparatorio raffiguranti sfondi paesaggistici, tronchi, rami e foglie, emersi durante la rimozione degli strati di scialbo dalle pareti. Un’installazione multimediale guida i visitatori nella lettura della grandiosa opera ideata per celebrare Ludovico il Moro. Invece nella Sala dei Ducali, dal 16 maggio 2019 al 18 agosto 2019 sarà aperta la mostra “Intorno alla Sala delle Asse. Leonardo tra natura, arte e scienza”, a cura di Claudio Salsi, ideata attorno a una rigorosa selezione di disegni originali di Leonardo da Vinci, di leonardeschi e di altri artisti del Rinascimento, provenienti da importanti istituzioni italiane e straniere.

E nella Sala delle Armi, sempre dal 16 maggio 2019 e fino al 12 gennaio 2020, potremo esperire il museo virtuale della Milano di Leonardo – un percorso multimediale a cura di Edoardo Rossetti e di Ilaria De Palma che conduce i visitatori alla scoperta dei luoghi di Leonardo a Milano così come l’artista li doveva vivere durante i suoi soggiorni milanesi avvenuti in diversi momenti tra il 1482 e il 1512. Grazie a una mappatura visiva geo-referenziale è possibile individuare quanto ancora si conserva di quei luoghi oggi, nella nostra Milano.

6)

Da non dimenticare il “Cenacolo” (460×880 cm) databile al 1495-1498 e conservato nell’ex-refettorio rinascimentale del convento adiacente al santuario di Santa Maria delle Grazie a Milano. Rimane tutt’oggi la più famosa rappresentazione dell’Ultima Cena. E nella Sacrestia del Bramante in Santa Maria delle Grazie, a cura di Giovanni Gazzaneo, dal 02 Aprile al 28 Aprile 2019 si è tenuta una mostra in cui Lorenzo Puglisi (1971) ha reso il suo personale omaggio al genio fiorentino presentando a Milano la monumentale e inedita opera pittorica “Il Grande Sacrificio”, lavoro appositamente realizzato per l’esposizione. A poca distanza dal capolavoro vinciano cui è dedicato – la celeberrima “Ultima Cena” – il dipinto a olio su tavola di pioppo, realizzato da Puglisi nel 2019, si staglia nella Sacrestia in tutta la sua imponenza, sei metri di lunghezza e due di altezza. È l’opera più grande realizzata dall’artista: nell’abisso del nero emergono, nella purezza del bianco, le teste e le mani di Cristo e degli apostoli, in una sequenza ritmica e fluttuante. L’artista ha dedicato al capolavoro vinciano un ciclo di opere che si inserisce in un percorso di dialogo, iniziato sette anni fa, con i grandi artisti del passato e con i loro capolavori.

7)

Al milanese Museo della Scienza e della Tecnologia, intitolato proprio a Leonardo, l’anniversario dei 500 anni della morte si celebra tornando alle sue origini ed esponendo in modo evocativo le due collezioni con cui il Museo aprì al pubblico il 15 febbraio 1953. “Leonardo da Vinci Parade” (fino al 13 ottobre 2019) mette in scena una ricca selezione degli spettacolari modelli realizzati negli anni Cinquanta, interpretando i disegni di Leonardo e affreschi di pittori lombardi del XVI secolo, concessi in deposito nel 1952 dalla Pinacoteca di Brera, diretta allora da Fernanda Wittgens.

8)

Leonardo – La macchina dell’immaginazione”. Per celebrare i 500 anni dalla morte di Leonardo da Vinci, il Comune di Milano-Cultura, Palazzo Reale e l’Istituto della Enciclopedia Italiana Treccani, promuovono un’esposizione multimediale affidata a Studio Azzurro: “Leonardo. La macchina dell’immaginazione” – in programma a Palazzo Reale dal 19 aprile al 14 luglio 2019 – a cura di Treccani, Studio Azzurro, con il supporto di Arthemisia e la consulenza scientifica del docente Edoardo Villata. Integrando linguaggi e competenze diverse – dal video all’animazione grafica ai sistemi interattivi – Studio Azzurro ha intrapreso un percorso progettuale complesso, affiancato dalla competenza scientifica dello storico dell’arte Edoardo Villata.

Dama con ermellino (Courtesy Uff. Stampa Palazzo Reale Milano)

Il percorso è scandito da sette videoinstallazioni, di cui cinque interattive, che coinvolgono lo spettatore in un racconto di immagini e suoni che, a partire dal multiforme lascito di Leonardo, ci “parlano” tanto del suo, quanto del nostro tempo. Le grandi macchine scenografiche, la cui struttura è liberamente ispirata a disegni leonardeschi, corrispondono ad altrettante sezioni: Le Osservazioni sulla natura; La città; Il paesaggio; Le Macchine di pace; Le Macchine di guerra; Il Tavolo anatomico; La pittura. Studio Azzurro ha pensato a uno spazio che immerga i visitatori nel mondo dell’immaginazione di Leonardo. Un mondo di macchine talvolta trasparenti come i suoi orizzonti, talvolta opache come la carta dei fogli di appunti. L’esperienza del visitatore passa dall’osservazione alla partecipazione, muovendosi tra forme che richiamano il rigore geometrico dei solidi platonici di Luca Pacioli e si rimodulano in strumenti utili. Questo mondo di macchine trasformate in dispositivi narrativi, di giganteschi fogli di appunti in attesa di essere risvegliati, accoglie il visitatore in una penombra da cui spiccano i colori del legno, della tela e della carta. L’interazione avviene con sistemi diversi: la modulazione della luce e della voce sono gli strumenti privilegiati. In quattro sezioni, infatti, il visitatore può scegliere alcune parole-chiave tratte dal lessico vinciano, che, una volta pronunciate, danno vita alle narrazioni video, in cui i disegni di Leonardo sono affiancati, percorsi o rivisitati da filmati talora iperrealistici, talora quasi astratti. «In alcuni casi le elaborazioni o le giustapposizioni sottolineano e accentuano il carattere disturbante, eversivo dei disegni leonardeschi, mentre in altri forniscono una sorta di controcanto affettuoso e ironico: un atteggiamento che a Leonardo sarebbe sicuramente piaciuto» scrive il prof. Edoardo Villata, consulente scientifico della mostra.

9)

Infine, a Roma – che Leonardo visitava nel 1501, e in cui fu a periodi alterni fino almeno al 1516 – presso le Scuderie del Quirinale è allestita la grande mostra intitolata “Leonardo – La scienza prima della scienza”, inaugurata il 13 Marzo e aperta fino al 30 Giugno. In collaborazione con il Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia di Milano e insieme alla Veneranda Biblioteca Ambrosiana, l’opera di Leonardo è indagata secondo le più aggiornate linee guida museologiche e museografiche, nelle declinazioni legate alla storia dell’ingegneria, del pensiero, della cultura scientifico-tecnologica. Dalla formazione toscana, al soggiorno milanese, fino al tardo periodo romano, la mostra ripercorre l’opera di Leonardo sul fronte tecnologico e scientifico e traccerà le connessioni culturali con i suoi contemporanei, per offrire una visione finalmente ampia di questa grande figura, spesso presentata come genio isolato. Le sezioni della mostra esplorano i grandi temi affrontati da Leonardo sul versante del pensiero tecnico e umanistico, al centro del dibattito degli artisti e tecnologi rinascimentali: lo sviluppo di macchine per i grandi cantieri di costruzione, l’utilizzo del disegno e della prospettiva come strumenti di conoscenza e rappresentazione, l’arte della guerra tra tradizione e innovazione, il vagheggiamento di macchine fantastiche come quelle per il volo, la passione per la rappresentazione dell’elemento macchina in quanto tale, l’ideazione di soluzioni negli ambiti del lavoro e della produzione, la riflessione sulla città ideale e lo studio delle vie d’acqua, la riscoperta del mondo classico e una riflessione su come, nel tempo, sia nato e si sia sviluppato il mito di Leonardo.

E mentre in tutta Italia proseguono le celebrazioni dedicate ai 500 anni della morte di Leonardo, un invito: visitare il “Ritratto di Musico”, l’unico dipinto su tavola di Leonardo rimasto a Milano, databile al 1485 circa e conservato presso la Pinacoteca Ambrosiana di Milano. Tradizionalmente si pensava che ritraesse Ludovico il Moro, duca di Milano, ma quando i restauri del 1905 eliminarono le ridipinture e fecero riemergere nella parte inferiore la mano col cartiglio musicale, si cominciò a parlare del ritratto di un Musico, identificato ora con Franchino Gaffurio (maestro di cappella del Duomo di Milano), ora col cantore franco-fiammingo Josquin des Prez, entrambi presenti alla corte di Ludovico il Moro. Più recentemente, è stata avanzata l’ipotesi che si tratti di Atalante Migliorotti, musico toscano amico di Leonardo, giunto con lui a Milano come cantante e abile suonatore di lira. Il dipinto si trovava sicuramente all’Ambrosiana nel 1671. Forse era stato donato nel 1637 dal marchese Galeazzo Arconati con il “Codice Atlantico”, oppure potrebbe essere il ritratto “del duca Gio. Galeazzo Visconti” ricordato nella donazione di Federico Borromeo assieme a una fantomatica “Testa del Petrarca” come opere di Leonardo.

I suoi occhi, la sua espressione, dicono molto del genio di Leonardo.

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