Nel 2017 son sono compiuti 200 anni dall’invenzione della bicicletta. Fu l’inventore Karl Dreis che mise in strada a Mannheim il primo esemplare. Era spinto col piede a terra: da allora di strada il velocipede ne ha compiuta parecchia. Ma anche se la bicicletta è un elemento fondate dello sviluppo della mobilità e della meccanizzazione, è rimasta sinora emarginata nell’ambito del trasporto urbano in Italia (diversa la situazione in Danimarca, Olanda e altri Paesi….): tanto emarginata che ancora risulta essere il mezzo di trasporto più pericoloso. Il ciclista non ha difesa a fronte di uno sconsiderato che, dimentico delle regole stabilite dal Codice della Strada, dopo aver parcheggiato gli apre la portiera addosso e lo getta a terra nel traffico, oppure di fronte a un camionista che nel superarlo lo urta leggermente e neppure se ne accorge, mentre quello cade rovinosamente…

Ora finalmente anche in Italia giunge al termine del lungo iter approvativo una legge che stabilisce che le amministrazioni locali dotino i centri urbani di piste ciclabili. Il 14 novembre 2017 la Camera ha approvato la Legge Quadro sulla Mobilità Ciclistica.

Giulietta Pagliaccio, presidente FIAB-Federazione Italiana Amici della Bicicletta ha detto: è “un grande momento storico che sottolinea il cambiamento in corso sul tema della mobilità”. (v. : http://www.fiab-onlus.it/bici/attivita/proposte-di-legge/item/1853-giornata-storica.html )

Un grande passo di civiltà: le città con più biciclette (e con meno automobili, soprattutto meno SUV!) sarebbero non solo più pulite, vivibili e allegre, ma sarebbero anche più gentili e civili. Il prossimo passo dovrebbe essere di preparare tante piste ciclabili: con la speranza che queste non siano concepite come a Milano: poche, non raccordate tra loro, spesso inserite sui marciapiedi così da generare conflitti tra ciclisti e pedoni…

Esempio di pista ciclabile a Copenaghen: sicura, ampia, esclusiva, progettata ad hoc…
Esempio di pista ciclabile a Milano (da Wikipedia): sul marciapiede e senza sbocco… (ma ce ne sono altre ben fatte, beninteso).

Nel salutare la notizia riportiamo qui di seguito: il comunicato stampa del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, il link col testo della proposta di legge, la pagina di Avvenire sulla quale nel Gennaio 2017 si ricordava il bicentenario della bicicletta.

Il ministro Delrio celebra la legge sulla ciclabilità

14 novembre 2017 – “Oggi si celebra soprattutto un fatto culturale: lo Stato assume pienamente la pianificazione della mobilità ciclistica, insieme alle Regioni.  Esattamente come il sistema autostradale o il sistema ferroviario, con questa legge la ciclabilità fa parte di una strategia di mobilità che diventa prioritaria nei centri urbani e  per lo sviluppo del turismo nel nostro Paese”.

Lo ha detto il Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Graziano Delrio, a Montecitorio dai banchi di governo durante il voto della legge sulla ciclabilità, prima dell’approvazione all’unanimità della legge.

“Questo cambiamento culturale, oggi viene sancito in maniera molto solenne, molto seria, e spero che il mio Ministero sarà in grado, nei prossimi mesi, di andare rapidamente alla definizione del Piano della mobilità ciclistica, su cui peraltro stiamo lavorando da anni, quindi spero di poter smentire il pessimismo che alcuni colleghi hanno messo in campo”.

“Abbiamo provato a mettere in campo, come Governo, – ha continuato Delrio – per la prima volta una rete di ciclovie turistiche di oltre 6000 km con un finanziamento  di oltre 424 milioni”. Risorse che sono impegnabili, ha detto il Ministro, seconda della maturazione dei progetti e il cui pieno finanziamento  può essere completato. E “il Ministero ha tutte le facoltà di indirizzare i suoi dirigenti a lavorare sulla ciclabilità, anche se non c’è un ufficio specifico, è quello che abbiamo già fatto”.

“Abbiamo chiuso i protocolli di Intesa con le principali Regioni, avremo ciclovie turistiche bellissime dalla ciclovia dell’Acquedotto Pugliese alla ciclovia del Garda, alla Venezia-Torino, in gran parte progettazioni nate dal basso, dal protagonismo delle associazioni di ciclisti, degli enti locali con cui abbiamo lavorato”. Delrio ha sottolineato la rilevanza economica della ciclabilità e quella per la salute e l’aria: “Se si riesce a stimolare l’uso della bicicletta nei primi 5 km, si possono ottenere riduzione del traffico cittadino del 40%: cose che non nessuna tecnologia può fare”.

“Con i cammini, le ferrovie dismesse, le ferrovie turistiche, le ciclovie turistiche e Sistema ciclabile nazionale, lo stimolo ai Piani Urbani della Mobilità Sostenibile, c’è  un quadro complessivo che viene presentato qui per dare una cornice legislativa a iniziative che erano già in campo e che rivendichiamo con forza come scelte di presente per il nostro Paese, di economia nuova e di possibilità nuove per i nostri cittadini di godere sempre di più le nostre città”.

“Laddove le città fanno la scelta della ciclabilità – e chi è sindaco dimostri con i fatti di credere alla ciclabilità – anche la mobilità per le persone a ridotta mobilità è più facile, perché la città diventa più amica dei cittadini, diventa più luogo di relazione e diventa più luogo vivibile”.

“Quindi oggi è un grande risultato quello che è il Parlamento ottiene – ha concluso Delrio – perché porterà notevoli benefici a tutta la nostra comunità  e parlerà di un Paese che attraverso i programmi di mobilità turistica, di ferrovie dismesse, di cammini e ciclabilità si incammina su una strada differente”.
(da http://www.mit.gov.it/comunicazione/news/approvata-legge-mobilita-ciclistica)

Testo della proposta di Legge sulla mobilità ciclistica: http://www.camera.it/_dati/leg17/lavori/schedela/apriTelecomando_wai.asp?codice=17PDL0054510

Pagina di Avvenire sui 200 anni dall’invenzione della bicicletta: 

Download (PDF, 940KB)

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